Chi era Letizia Battaglia?

 



E’ la mattina del 6 gennaio 1980, il Presidente della regione Sicilia, Piersanti Mattarella sale in macchina con la sua famiglia per recarsi alla messa di Epifania. Pochi istanti dopo viene avvicinato da un giovane sicario che gli spara da distanza ravvicinata. Il Presidente è in condizioni gravissime, morirà appena arrivato all’ospedale.


In pochi minuti sul posto arrivano curiosi e parenti. Il fratello più giovane del Presidente, Sergio Mattarella, tira fuori il corpo esanime dalla macchina. Fra le persone accorse c’è una donna che scatta una foto che ritrae il futuro presidente della repubblica italiana con in braccio il fratello più grande. L’immagine è una pietà. Il dolore, la tragedia, l’amore in un abbraccio ma anche la determinazione, il passaggio di testimone. Nello sguardo del fratello superstite che guarda di fronte a sé, nonostante tutto, c’è una promessa. Un’immagine profetica. Uno scatto che diventerà storia.

A farlo è Letizia Battaglia, prima fotografa del giornale palermitano Ora, in seguito fondatrice insieme al marito dell' Agenzia “Informazione fotografica”.

Nel 1974 è lei a documentare, con le immagini, l'inizio degli anni di piombo a Palermo.  Scatta foto dei delitti di mafia per informare l'opinione pubblica e scuotere le coscienze. Comprende di trovarsi nel mezzo di una guerra civile. Il suo archivio racconta l’egemonia del clan dei Corleonesi. 



Sono suoi anche gli scatti all'hotel Zagarella che ritraggono gli esattori mafiosi Salvo insieme a Giulio Andreotti, che poi verranno acquisiti agli atti per il processo.

Il 6 gennaio 1980, come abbiamo detto, è la prima fotoreporter a giungere sul luogo in cui viene assassinato Piersanti Mattarella.

Ma non c’è solo la mafia negli occhi di Letizia. Lei racconta la vita di Palermo, quella quotidiana e sincera, e lo fa attraverso i corpi e i volti delle bambine. Sempre nel 1980, un suo scatto, quello della "bambina con il pallone" nel quartiere palermitano della Cala, fa il giro del mondo.



“Nei visi delle bambine cerco me stessa, ritrovo chi ero io a dieci anni, con i miei sogni, il mio futuro che volevo a tutti i costi meraviglioso, con la mia voglia di essere amata e di amare” (…)

Riceve molti riconoscimenti, diventa una fotografa di fama internazionale. Vince il premio Eugene Smith nel 1985 a New York, il Premio Erich Salomon nel 2007 a Berlino e Cornell Capa Infinity Award nel 2009 a New York.

Per molte giovani donne siciliane Letizia diventa un’icona. E’ ammirata, a volte anche imitata per quella stupefacente energia che mette in ogni volto e in ogni battaglia. Nel suo nome c’è un destino. Nessuno come lei ha saputo interpretare i matti, i poveri, i disperati e i morti ammazzati dalla mafia e nessuno come lei ha saputo disegnare le bambine, i loro giochi, i loro sogni che riflettevano quelli delle donne dei quartieri popolari ma anche nobili e borghesi. Una battaglia quotidiana ma affrontata con gioia, con letizia.

“Penso che le donne sono capaci di esprimere qualcosa che gli uomini non hanno, hanno un altro modo di esistere, di amare, di procedere nel mondo. Lo sanno raccontare perché sanno soffrire, conoscono il dolore”. 

 


Letizia Battaglia (Palermo, 5 marzo 1935 – Palermo, 22 aprile 2022)

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